Tra le sue ripide pieghe, il paesaggio di Sant’Agata Feltria è punteggiato di segni del suo passato, che la terra ha conservato per secoli prima delle indagini archeologiche, svolte dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.
La mostra dedicata a questi ritrovamenti, allestita da maggio 2013, presenta al visitatore curioso le testimonianze più significative che, come ritagli di un puzzle, si ricompongono nelle due sale di Palazzo Fregoso, rivelando secoli di storia.
Dalla preistoria al medioevo, il territorio di Sant’Agata ospitò abitati modesti, che già nelle prime fasi dell’età del ferro (IX-V sec. a.C.) si ponevano in terreni vicini a sorgenti d’acqua e lungo tracciati di comunicazione che attraversavano la valle. Agricoltura, allevamento di animali da lana sono documentati dalle testimonianze della cultura materiale: manufatti importati da altre zone o prodotti localmente, come i contenitori in ceramica e gli utensili domestici. Anche le piccole fattorie o le più estese ville di epoca romana erano dedite allo sfruttamento delle risorse locali, organizzate al loro interno per ospitare gli ambienti in cui il colono abitava con la sua famiglia e gli spazi per lavorare i prodotti agricoli, per allevare gli animali, a volte includendo anche forni per la fabbricazione di laterizi o la lavorazione dei metalli.
E al termine del racconto, giunti ai secoli del medioevo, delle torri e dei castelli che emergono prepotentemente sulle cime, allora come oggi… il paesaggio torna ad essere il vero protagonista e in esso il passato ed il presente si mescolano e si confondono in un’unica storia.